Tag Archives: tenuta casabianca

Le Caggiole – Casabianca – Il giorno più lungo

Ormai ci siamo lasciati le crete senesi alle spalle. Il paesaggio incantato e soave con ampie e sinuose strade bianche lascia il posto a cime capellute di foreste, coperte da ragnatele di sentieri, intricate     e misteriose. Stamattina siamo finalmente partiti di buonora, il passo più svelto del solito, tanto che con relativa facilità ci siamo inerpicati fino a Murlo e il suo castello.

13-IMG_2237


Giù nella stretta gola, scorre fra i massi il Crevole, che spacca in due la montagna come un colpo d’accetta. Una strada in forte discesa,     asfaltata ma deserta, ci porta fino alle miniere di Murlo, borgo fantasma come altri che abbiamo incontrato. Qui, fin dopo la guerra, si estraeva il carbone ed una piccola ferrovia portava il materiale a valle correndo lungo il letto del fiume.
Oggi questo stesso percorso è un sentiero spettacolare, tagliato sulla costa boscosa della montagna, a strapiombo sul roccioso letto del Crevole. Su alcuni passaggi esposti, vecchi fantasmi di vertigine offuscano la mia vista ma sono il solo un po’ teso, gli altri si godono il nero emozionante sentiero.


D’improvviso la valle si apre, lungo il fiume le rocce lasciano il posto a larghi prati e alberete. Siamo arrivati a la Befa, l’ora è giusta per cominciare a pensare al bivacco notturno. Chiediamo in paese, nell’unico locale dell’unica strada. È una trattoria che un uomo sulla sessantina, con grembiule da cuoco, gestisce, languidamente seduto con un amico accanto al bancone. Sulla parete innumerevoli fotografie appese raccontano la sua storia d’amore con una donna nera come il carbone di Murlo.

1-IMG_2187


Racconto la nostra, di storia, come fosse un sortilegio potente, ma questa volta il cuoco e l’amico, sono immuni alla mia fascinazione. Sembrano assenti, rallentati, come lento è lo scorrere del tempo qui fra i boschi della Befa.
Per fortuna i cavalli sulla strada richiamano la solita piccola folla di curiosi. Quattro vecchi si siedono sotto la pergola e io intono nuovamente il mio mantra. Il piccolo comitato di saggi a tavolino parlotta e si scambia le idee Sono più o meno tutti d’accordo di mandarci a Casabianca, una grossa azienda “poco più avanti”, dove ci sono         cavalli e camere per gli ospiti. Sembra perfetto.


Ci rimettiamo in marcia con le vaghe indicazioni del ‘poco più avanti’ ma Casabianca non è neanche sulla mia cartina. Qui sul piano, il Crevole sbava in anse di padule e ben presto ci troviamo a salire un monte fitto di boschi e  sentieri come le vie di un labirinto.
Dopo un’ora di cammino alla cieca, inerpicandoci e sudando, mi assale lo sconforto, non si arriva da nessuna parte, è tardi e Casabianca potrebbe essere ovunque fra queste valli. Ci siamo persi.


Allora entro in modalità “istinto”, chiamo a me tutti i chilometri percorsi nella mia vita, le montagne, i sentieri, i fiumi, le parole dei vecchi, le ore passate sulle carte topografiche a trasformare ed interpretare i segni, e poi chiamo a me lo strumento più potente del mio repertorio: il culo! Dopo meno di un’ora quando ormai è più notte che giorno sbuchiamo dalla vegetazione su di una valle avvolta d’incanto e di vigne, è la tenuta Casabianca.
Alzo lo sguardo al cielo, la mia buona stella brilla e ammicca, anche per stanotte abbiamo un rifugio.

14-IMG_2251