Lago dei Salici – San Miniato – 25 settembre 2014
Per la nostra piccola carovana lasciare la Valdinievole, è stato come tagliare il cordone ombelicale, fastidioso ma necessario. Per uscire dal Padule a sud, il passaggio obbligato è per la popolosa Val d’Arno con tutto ciò che comporta: strade, superstrade, ferrovia, ponti e scale, decisamente scomodo e pericoloso, se si è a cavallo!
Abbiamo deciso di tagliare per Fucecchio e salire rapidi verso San Miniato, subito dopo si sarebbe aperto il cuore della Toscana.
Per minimizzare i danni abbiamo deciso di seguire la Via Francigena che, essendo studiata per i pellegrini, dovrebbe evitare i passaggi di traffico più intasati.
Non è stata una tappa piacevole, ma lo sapevamo, e proprio per questo sapevo già dove bivaccare, grazie ad alcune perlustrazioni che avevamo fatto in moto. Scelta azzeccata vista la difficoltà della tappa urbana.
La squadra ha retto bene sia alla fatica che allo stress della città e delle macchine. E, grazie al cielo, in questi giorni il tempo è bellissimo.
Nonostante tutto Pioggia, Amelie, Morgan, Nina ci hanno stupito, come sempre fanno gli animali, e, complice una buona amalgama generale, tutto è filato liscio!
È incredibile come ti cambia la prospettiva dover attraversare una città quando sei su di un mezzo lento, ingombrante e potenzialmente pericoloso come un cavallo, e noi di cavalli ne abbiamo tre e un cane!
Ma soprattutto, ti rendi conto di quanto la gente abbia bisogno della propria frenesia, tanto bisogno da non godersi neanche l’attimo di uno spettacolo fuori programma. Ti devono superare in fretta e a tutti i costi passandoti rasente, indifferenti alla sensibilità degli animali, alla scena inusuale.
Forse oggi siamo incapaci di comprendere quanto sia preziosa, almeno ogni tanto, anche la lentezza.
“Magari pensiamo troppo.
Sentire di più, pensare di meno.”
Charles Bukowski
Finalmente, archiviata la Val d’Arno, il suo traffico e il suo nervosismo, per San Miniato ci aspetta l’ultima fatica. Altri 5 km di asfalto su una stradaccia tutta saliscendi e curve strette, pericolosa, vista la velocità dei mezzi in transito.
Oltre l’ultima curva in discesa, un ampio sterrato imbocca la valle ondulata e verde di campi e foreste, un punto sosta sancisce l’inizio della via Francigena. È fatta.
Il cordone ombelicale tagliato, da ora in poi le terre sono aliene e la Toscana ci si srotola davanti.
È già quasi buio quando arriviamo alla casina in costruzione che avevamo visitato nella nostra perlustrazione in moto, ma questa volta ci troviamo due fratelli muratori che hanno quasi finito giornata. Si è rivelato un incontro fortunato visto che Angelo e Mosè sono stati squisiti padroni di casa, trovandoci un posto accogliente per i cavalli, per la tenda e rifornendo tutta la squadra di abbondante acqua per bere e per lavarci.
Come se non fosse bastato il garbo e la gentilezza della sera, i due fratelli si presentano il giorno dopo con caffè e pastine.
Mosè e Angelo di nome e di fatto, grazie! Un incontro da ricordare.