Volenti e dolenti siamo fermi!
Per prima cosa vorrei rassicurare i lungaviaggiatori: la mia gamba sta bene, anche se gonfia mi permette di camminare e di montare senza problemi e l’ematoma se ne sta andando. Sono stato molto fortunato.
Ma veniamo a noi. Per forza di cose dobbiamo prenderci una pausa e fare una fermata per risistemare il recinto elettrico che i cavalli hanno distrutto, e questo non è un problema da poco.
La buona notizia è che la Torraccia è il luogo ideale per restare.
La bellezza di questa casa e queste terre l’ho già descritta ma quello che più conta è raccontare della gentilezza delle persone che ci hanno accolto, ognuno è una storia affascinante e fuori dal comune, e ci hanno conquistato da subito.
Invalid Displayed Gallery
.
I padroni di casa Donatella e Stefano con la loro piccola Margherita hanno veramente condiviso con noi momenti e pensieri, mettendoci a disposizione qualunque cosa avessimo bisogno.
E poi Maurizio, Bruno, Maria, Mariza, pieni di garbo e interesse per la nostra avventura. Maria è piccolina, ha degli incredibili occhi color del cielo intensi come il suo sorriso. Ci ha accolto dicendo che un unicorno bianco (Amelie!) stamattina brucava “nel tempio” e ci ha lasciati partire con una lacrima di dolcezza.
Maurizio si è prodigato per cercarci una macchina (una Fiat pick-up che tanto ha ricordato la mia vecchia adorabile Uno!) che prontamente i padroni di casa ci hanno prestato per scendere a Colle Val d’Elsa. In una bella selleria in centro abbiamo trovato picchetti e filo, nonché tutta una serie di piccolezze che ci servivano.
Con i materiali nuovi di pacca siamo tornati fra i boschi e le vigne, nel silenzio amico, fra gente dal cuore aperto.
Siamo loro molto grati perché, senza l’aiuto e l’appoggio che ci hanno dato, sarebbe stato molto più difficile proseguire la Lungavia.
I loro volti sono parte di questa nostra storia e il loro calore resterà nei nostri cuori fra i ricordi più belli.
Invalid Displayed Gallery
.
Spesso la riuscita di un viaggio dipende dagli incontri che si fanno, dallo scambio reciproco di quell’umanità che è ormai difficile trovare nella formalità frettolosa della folla. Se non ci si ferma un momento, se non ci si guarda negli occhi, se ognuno di noi rimane chiuso nel proprio guscio, come si può condividere la gioia di un incontro, l’emozione di un paesaggio, la dolcezza di un sentimento?
In questa Lungavia emergono le sensazioni già provate nei miei precedenti viaggi e mi sento di giorno in giorno più vero, vicino alla madre terra, all’essenza delle cose.
Forse non troverò risposte ma il porsi domande non è di per sé una risposta?
Bien, siamo di nuovo pronti, domani si parte ed è un bene perché questo posto è come il canto delle sirene di Ulisse e se rimaniamo un altro po’ rischiamo di non ripartire!