E così ci rimettiamo in cammino destinazione Monte Antico. Ripeto nella mente la mia piccola preghiera al Signore dei viaggiatori a cavallo, che vegli su di noi in questa giornata.
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Camminiamo spediti per le strade bianche della proprietà, mi sento come Bilbo quando esce dalla sua amata Contea.
La ferratura dà i suoi frutti, ce ne accorgiamo sin dai primi chilometri, così percorriamo spediti uno dei curatissimi vigneti fino a scendere in una valletta boscosa, chiusa come uno scrigno a protezione del Merse allegro fiumiciattolo pietroso che poco più in là andrà a dare il suo contributo all’Ombrone.
Dobbiamo guadare, sull’altra sponda si snoda promettente il nostro sentiero.
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È un’emozione forte, come tutte le volte che si guada a cavallo.
Si attraversa una frontiera liquida e quando siamo di là siamo diversi. Tutte le volte.
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La tappa è molto bella perché corre sulle dolci colline della valle dell’Ombrone, campi coltivati, piccole macchie boscose, e laggiù il biscione d’acqua languido di curve. Poi la salita si fa più impegnativa e si imbocca uno stradino d’asfalto.
Arriviamo a Monte Antico dove il castello la fa da padrone incastonato sul colle, con le sue mura e la sua vista a tutto tondo.