La nostra idea di settimana equestre per i ragazzi parte dal loro bisogno di libertà e natura, svincolati dai doveri quotidiani, responsabili di sé e del proprio cavallo.
I Cavalieri monteranno le tende nei campi dell’ Agriturismo Il Bottaccino e prepareranno con cura l’accampamento, per dormire sotto le stelle, cullati dal ritmico masticare dei cavalli.
La giornata comincia presto per sfruttare il fresco del mattino: piccoli lavori di scuderia, grooming e poi tutti in sella, in campo o in passeggiata.
A mezzogiorno, al gran caldo, riposo per cavalli e Cavalieri, è tempo di rifocillarsi all’ombra del glicine, con chiacchiere equestri, confronti fra i ragazzi, e per rimpinguare il bagaglio culturale dei nostri piccoli Cavalleggeri prima di… giochi e spruzzi in piscina!
Il pomeriggio continua in sella per rivedere il lavoro del mattino e allenarsi per lo spettacolino da presentare a fine settimana ai genitori.
Così lo scopo a livello tecnico è anche occasione per far festa!
Dopo una così densa giornata, cena e a letto presto stanchi ed emozionati.
Alla fine di questa magica settimana, nessuno vorrà più lasciare il suo cavallo e il suo posticino sotto le stelle
- Staff composto da 1 istruttore 2 formatori
- Gruppi composti da 6 a 12 ragazzi
- 2 livelli per invogliare i principianti e far evolvere gli esperti
- 5 ore di corso tutti i giorni
- 1 ora di teoria equestre
- Piscina e giochi
- Tutto il necessario per il bivacco messo a disposizione dal Centro
- Particolare cura nell’alimentazione dei giovani cavalieri
- Reportage fotografico della settimana
- Spettacolo equestre con aperitivo per genitori e amici
Dal fine Giugno per tutta l’estate da lunedì a sabato secondo le disponibilità dei giovani cavalieri.
Per info e prenotazioni contattare Riccardo al +39 347 0706239 oppure gentedicavalli@gmail.com
I Bambini e i Cavalli
Andare a cavallo fa bene ai bambini: è quanto emerge da una recente ricerca, secondo cui i bambini che trascorrono il proprio tempo con i cavalli, cavalcandoli o meno, presentano minori livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. I ricercatori hanno monitorato per tre mesi un gruppo di 130 ragazzini durante i loro corsi di equitazione dopo scuola: lezioni da 90 minuti ciascuna, in cui è stato insegnato loro come si cura, come va trattato, come si monta il proprio destriero. Ogni ragazzino ha fornito sei campioni di saliva due giorni prima e due giorni dopo il trimestre in cui si è svolto il test: i risultati delle analisi, pubblicati sull’American Psychological Association’s Human-Animal Interaction Bulletin, hanno poi rivelato che questi bambini, avendo trascorso il proprio tempo andando a cavallo, presentavano livelli di stress notevolmente ridotti rispetto a quelli registrati prima dell’inizio dei corsi.
La Dottoressa Patricia Pendry della Washington State University ha inoltre riscontrato che l’ormone dello stress, il cortisolo, tendeva ad ridursi soprattutto durante il pomeriggio: un risultato incoraggiante, se si considera che alti livelli di cortisolo, soprattutto nel pomeriggio, sono considerati un grosso fattore di rischio nello sviluppo di patologie psicologiche.
I ricercatori si augurano che lo studio condotto rappresenti un primo passo verso la scoperta di nuovi metodi per prevenire lo sviluppo di patologie mentali. Studi precedenti avevano già evidenziato quanto l’interazione con cani, cavalli e gatti giovi, in effetti, all’autostima dei bambini, ma mai ci si era focalizzati prima d’ora sul fatto che i cavalli potessero aiutare a ridurre lo stress negli adolescenti. Una prospettiva di prevenzione che non esclude, però, la possibilità di fare dell’equitazione una forma terapeutica che possa aiutare anche le persone già affette da disturbi psicologici.
Il Contatto con la Natura
“Nel nostro tempo e nell’ambiente civile della nostra società, i bambini… vivono molto lontani dalla natura ed hanno poche occasioni di entrare in intimo contatto con essa o di averne diretta esperienza”. Invece, il bambino ha bisogno di vivere naturalmente, di “vivere” la natura e non soltanto di conoscerla, studiandola o ammirandola. E non basta introdurre l’igiene infantile, l’educazione fisica, una maggiore esposizione dei bambini all’aria libera, perché “ Il fatto più importante risiede proprio nel liberare possibilmente il fanciullo dai legami che lo isolano nella vita artificiale creata dalla convivenza cittadina”.
Purtroppo nella società, ci sono ancora troppi pregiudizi, su tale argomento, perché tutti ci siamo fatti volontariamente prigionieri, e abbiamo finito con l’amare la nostra prigione e trasmetterla ai nostri figlioli. La natura si è a poco a poco ristretta, nella nostra concezione, ai fiorellini che vegetano, e agli animali domestici utili per la nostra nutrizione, pei nostri lavori, o per la nostra difesa. Con ciò anche l’anima nostra si è rattrappita…” E prosegue: “La natura, in verità, fa paura alla maggior parte della gente. Si temono l’aria e il sole come nemici mortali. Si teme la brina notturna come un serpente nascosto tra la vegetazione. si teme la pioggia quasi quanto l’incendio”.
Le paure degli adulti comportano una iper-protezione dei bambini, che impedisce loro di “vivere” la natura e i suoi fenomeni e ne comprime le energie. Invece, “Le energie muscolari dei bambini anche piccolissimi sono superiori a quanto supponiamo: ma per rivelarcele occorre la libera natura…Se i bambini sono a contatto della natura, allora viene la rivelazione della loro forza…”. Questa forza non è solo funzionale alla crescita del fisico ma alimenta anche il “sentire” la natura, con ricadute benefiche sulla psiche, sulla mente, sullo spirito, arricchendo così le percezioni, l’apprendimento, la moralità.
Il sentimento della natura cresce come ogni altra cosa; e non è certo trasfuso da noi con qualche descrizione od esortazione fatta pedantescamente dinanzi ad un bimbo inerte e annoiato chiuso tra mura, e abituato a vedere o sentire che la crudeltà verso gli animali è una necessità della vita. Sono le esperienze che lo colpiscono… Noi dobbiamo ai bambini una riparazione più che una lezione. Dobbiamo guarire le ferite inconscie, le malattie spirituali, che già si trovano in questi piccoli graziosi figli dei prigionieri dell’ambiente artefatto”.
L’emozione di Dormire in Tenda e non solo…
L’idea dei figli che campeggiano, in mezzo alle intemperie e privi delle solite comodità, spaventa molto i genitori più apprensivi. Invece, si tratta di un tipo di vacanza da rivalutare e da promuovere, perché contribuisce allo sviluppo di doti molto importanti tra le quali spiccano l’autonomia, la creatività e il rispetto per la natura.
Conquiste di autonomia – Il campeggio è un’ottima risorsa per i bambini, in primis perché dà loro la possibilità di raggiungere traguardi di indipendenza inimmaginabili a tutto beneficio dell’autostima personale, cosa che lo aiuterà poi ad affrontare anche altre sfide della vita. Riuscire a montare la tenda, orientarsi in un bosco, cucinare il necessario per il pranzo sono abilità che spesso non si possono sperimentare nella quotidiana vita cittadina.
Il senso della condivisione – Un altro buon motivo per mandare i bambini in campeggio è la profonda condivisione che ne scaturisce. Questo aspetto è uno stimolo ideale soprattutto per i figli unici, abituati a condividere solo nell’ambiente scolastico o ricreativo, e non nella quotidianità casalinga. Invece questo tipo di vacanza mette alla prova proprio sul terreno della condivisione quotidiana: a partire dai giochi fino agli oggetti di uso comune.
Il valore dell’amicizia – Quando ci si sveglia tutti insieme, si gioca e si vivono avventure uniche in mezzo alla natura anche l’amicizia si esprime nella sua veste migliore. Ci si aiuta, ci si emoziona, si condividono esperienze e piccole malinconie. Ma, soprattutto, si impara a vivere la diversità come una risorsa, un’opportunità per crescere e diventare persone migliori. Tenendo lontana quella diffidenza tipica dell’adultità che può portare a sviluppare pericolose problematiche individuali e sociali quali razzismo e intolleranza. La felicità si conquista anche abituando i bambini a vivere insieme in uno stimolante arcobaleno di differenze.
Il rispetto delle regole – Il campeggio richiede che siano rispettate alcune importanti regole di vita comune. Per esempio, che ci si muova insieme e non si lasci alcuno indietro (ottimo insegnamento anche per la vita futura), che si prepari a turno la tavola o che si dividano le varie necessarie incombenze in modo equo. Le regole apprese in questo modo riescono ad avere molta più presa sui bambini rispetto a ciò che viene loro insegnato dai genitori.
L’amore per la natura – Dormire in un bosco, passeggiare per sentieri incontaminati e incontrare differenti specie di animali e piante: tutte queste emozioni non solo stimolano la creatività e la fantasia del bambino ma lo portano anche ad amare autenticamente la natura, imparando a rispettarne ritmi ed esigenze. Come raccogliere i rifiuti, avere rispetto per gli animali e i luoghi in cui vivono, assaggiare i frutti delle piante apprendendone tutti gli affascinanti segreti.