San Miniato – Gambassi 26 settembre
Una normale mattina di Lungavia è faticosa, bisogna smontare e piegare tutto, impacchettare per benino per poi sellare e someggiare i cavalli. L’operazione richiede quasi due ore di lavoro intenso.
Oggi poi non avevamo dove legare i cavalli, quindi tutto il lavoro è stato fatto in libertà o tenendoli a lunghina. Quando arrivi a partire sei già stanco e questo uno degli aspetti da studiare per ottimizzare tempo e forza.
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Il sole avvolge di luce e calore il paesaggio dipinto dal creatore con ampie pennellate di tutte le tonalità del verde, dell’arancio, del marrone. La tappa è magnifica, la strada bianca sale, scende, e gira, regalandoci scorci mozzafiato ad ogni curva, ad ogni scollinamento. Queste sono le giornate per le quali si fa tanta fatica, perché l’anima si espande, abbraccia il paesaggio cullata dal dolce ritmo degli zoccoli.
L’ippovia di oggi è una delle più belle che abbia percorso in tutti questi anni di lunghe percorrenze, 20 km di strada bianca in una delle più belle regioni del mondo.
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I cavalli non hanno ancora preso un ritmo da Lungavia. Non avanzano sciolti, nonostante noi si cammini molto e si monti poco. L’unica in forma smagliante è la piccola Amelie che, nonostante il basto, cammina che sembra pagata! Questa cavallina ci sorprende sempre con la sua forza la sua arguzia e la sua voglia di vivere. Quando il pomeriggio si fa inoltrato e il buio si avvicina il nostro unico pensiero diventa trovare un posto per passare la notte. È una delle cose più stressanti di un viaggio a cavallo, poiché non è sempre facile trovare acqua e pascolo necessari per i cavalli.
Ci fermiamo qualche istante a fiatare accanto ad un piccolo cimitero fra le vigne quando passa un fuoristrada della protezione civile, alla vista dei cavalli si ferma e ne escono due simpatici personaggi che ci tempestano di domande e raccontano aneddoti sulla loro attività. Sono loro a consigliarci il rifugio di Sigerico, a Gambassi, a pochi chilometri dove, a detta loro, la disponibile gestrice Laura ci avrebbe sicuramente ospitati.
L’ostello è situato nella sacrestia dell’antica Pieve di Santa Maria in Chianni che da sola varrebbe la visita di questa cittadina. La corte interna della chiesa sembra uscita da un romanzo medioevale e l’uliveto adiacente è tutto recintato e ricco d’erba ideale per i nostri compagni di viaggio.
La luce del tramonto colora la pietra dell’antico complesso di tutte le tonalità dell’oro, Laura è una ragazza sorridente e gentile e non fa una piega vedendo arrivare la nostra strana comitiva.
Marlene ed io ci sentiamo pellegrini d’altri tempi, nobili Cavalieri, anacronistici, liberi e in pace con il creato.