Casabianca

La tenuta Casabianca conta più di settecento ettari fra valli, corsi d’acqua, colline, boschi e tanta tanta vigna. Nella proprietà, sui poggi più suggestivi, alcuni casolari ben restaurati ognuno particolare a suo modo danno alloggio agli ospiti dell’azienda che è talmente vasta da necessitare di una segnaletica stradale interna. Ci sono anche diversi laghetti, il maneggio, e un piccolo allevamento di vacche maremmane, splendide bestie dalle imponenti corna. Sono per noi un piccolo anticipo di ciò che ci attende a breve quando saremo nel cuore della Maremma.

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Il posto è talmente bello e strategico che decidiamo di fermarci per prendere fiato e per risistemare il materiale, perché, in questa Lungavia, non c’è feeling con i picchetti del recinto elettrico che in un passaggio stretto ho spaccato di netto con la gamba a causa di una manovra maldestra di Amelie.
Inoltre ho deciso di ferrare i cavalli! Avrebbero ancora molti chilometri di autonomia, ma il piede nudo rallenta il già non velocissimo ritmo della carovana, sono passati quindici giorni dalla nostra partenza ed ora è giunto il momento di aumentare i giri. Finalmente trovo un senso alle parole “la ferratura è un male necessario”.

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A Casabianca siamo  come in vacanza, si sta benissimo, si fanno colazioni di proporzioni colossali e per fortuna si tengono anche le gambe allenate, visto che il recinto dei cavalli non è proprio a due passi. Noi ormai gitani, ci sentiamo a casa anche solo se stiamo due giorni nello stesso posto Inoltre l’ospitalità del padrone di casa il signor Cenni, pacato ed elegante, e di sua figlia Alessandra, sempre gentile e sorridente, amplificano questa sensazione.

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La verità è che la Lungavia fa  paura. Quando ti alzi la mattina e non sai cosa ti attende in strada, dove dormirai, se troverai un posto giusto per i cavalli, un riparo. E così staccarsi da un posto tanto bello quanto accogliente diventa quasi uno sforzo di fede.